La mostra allinea una trentina circa di dipinti e disegni, la maggior parte dei quali progettati e realizzati per l’occasione, a misura degli spazi espositivi della “Sala Virgilio Carbonari”. La ricerca artistica di Albrigoni, sviluppatasi in modo appartato e ininterrotto per circa quarant’anni, si configura come una riflessione per immagini sui processi di trasformazione che operano incessantemente attorno e dentro l’uomo; in particolare, sulle idee di nascita e di morte intese come momenti cruciali che aprono e chiudono l’esistenza di ogni cosa: di un organismo, di una civiltà o di un sogno. Il suo repertorio di immagini, declinato in una lingua pittorica sontuosa, di grande

 

 

qualità inventiva e formale, svaria dalla figura umana, al paesaggio, alla natura morta, con inquadrature e soluzioni compositive che ne accentuano il respiro epico. Applicata ai grandi temi dell’esistenza, al rapporto tra corpo e anima, natura e cultura, vita e morte, la sua ricerca pittorica si dispiega di preferenza sulle grandi superfici (tele, tavole, fogli) concepite come altrettante tessere di un’unica, ininterrotta sequenza, quasi fotogrammi di un film intimamente e poeticamente autobiografico.