Pittore di notevole talento e di vena sperimentale, attento al dibattito artistico internazionale, Cesare Rossi ha interpretato con originalità le diverse stagioni dell’Informale, dell’arte cinetico-visuale e della post-astrazione, partecipando a numerose rassegne di livello nazionale e internazionale. Dopo quasi quindici anni di assenza dalla scena  artistica (1970-1985) Rossi si è ripresentato al pubblico con una personale alla Galleria Dossi di Bergamo (1986), l’ultima purtroppo della sua breve carriera. In quell’occasione infatti l’artista esponeva un nucleo di dipinti straordinariamente colti e visionari, ispirati alle opere di Lewis Carroll, Joyce, T.S.Eliot, Beckett, che ne confermavano in pieno il notevole talento creativo e la lucidità intellettuale. A distanza di venticinque anni l’esposizione qui allestita rappresenta perciò un’occasione unica per approfondire l’opera dell’artista e misurarne l’effettivo spessore culturale.

Organizzata nel 70° anniversario della nascita, la mostra rende omaggio alla figura e all’opera di Cesare Rossi  (Cerreto Grue-Alessandria 1942-Bergamo 1988) figlio del pittore seriatese Domenico (1911-1955) ricordato e celebrato giusto un anno fa in questa stessa sala espositiva.

Curata da Enrico De Pascale e da Luisa Balicco, realizzata con il sostegno della Fondazione Credito Bergamasco, l’esposizione è in assoluto la prima antologica del pittore, protagonista di spicco della scena artistica bergamasca del secondo dopoguerra, prematuramente scomparso a soli 46 anni.

In un allestimento concepito per sequenze cronologiche la mostra allinea una quarantina opere –la maggior parte delle quali inedite o mai esposte- tra tele, pastelli, disegni, incisioni provenienti da collezioni pubbliche e private..