Del resto, a Seriate come in tutta Italia, la cultura non può essere visitata e narrata senza riferirsi alla tradizione e alla vita delle comunità cristiane, perché da noi, parlare di cultura o di storia senza tener presente l’esperienza e l’espressione artistica della fede delle persone e delle comunità credenti, sarebbe come trattare della carità decidendo di escludere il tema dell’amore. La mostra si colloca in questo contesto facendoci ritrovare i santi venerati di cui conserviamo le reliquie e/o le rappresentazioni iconiche.

Ogni comunità sceglieva nel corso del tempo i “suoi santi” e ad essi riservava attenzione, devozione, preghiere. Erano “selezionati” fra i molti possibili, per indicare le principali sottolineature spirituali, educative, di annuncio, di carità… che si volevano ricordare e vivere, invitando i fedeli a consolidare con essi un rapporto amicale. I santi divenivano così parte della vita delle persone, che si esercitavano a conoscerli, apprezzarli, imitarli.

I secoli poi, purtroppo, hanno spesso messo una patina di obblio, almeno su alcune di queste figure, facendo dimenticare addirittura i loro nomi.  

 

 

La scelta di rimetterli al centro, incuriosendoci anche a cercare le loro biografie e a capire la ragione per cui a Seriate c’era devozione per essi, arricchisce la nostra fede e può aiutarci a far crescere un maggiore senso di identità e di appartenenza alla nostra amata comunità, ecclesiale in primis ma anche civile.

Auguro che la fatica fatta per arrivare alla mostra e alla pubblicazione possa trovare numerosi consensi e una adeguata attenzione.

con gratitudine

L’Arciprete di Seriate

don Mario Carminati