La sala espositiva comunale Virgilio Carbonari ospita da domenica 12 maggio una mostra insolita: “Marchiati Svizzera”. In esposizione oggetti di uso quotidiano nel secolo scorso, contrassegnati dal marchio svizzero. L’idea nata dall’architetto Riccardo Blumer e proposta in Svizzera nel 2010, è ora ripresentata a Seriate in forma ridotta, ma significativa (più di 100 pezzi), a testimoniare come i confini tra Italia e il Canton Ticino (ex ducato di Milano) siano da sempre relativamente labili.

L’evento è interessante per almeno due aspetti:

-       il primo, ci permette di cogliere un modo di approcciarsi alla realtà svizzera fatta di cose anche minute, ma che contengono il sapore di quella cultura;

-       il secondo aspetto riguarda il metodo, quasi antropologico,  che va al di là del valore estetico, che pure esiste, delle opere esposte e sposta il nostro sguardo dall’aspetto strettamente commerciale dell’oggetto a quello culturale-antropologico in esso contenuto.

 

L’architetto Blumer, nella nota introduttiva del catalogo, cosi descrive i criteri della raccolta:

 “raccolta (…) di oggetti realizzata in circa cinque anni con maniacale lavoro e notevole dispendio di tempo, che avevano queste caratteristiche: prodotti industrialmente in Svizzera, datati negli anni ‘20-‘80 del secolo scorso, non armi, non ad uso di arredo, non nuovi, non “utensili” da lavoro, non strumenti ottici, di un costo non superiore a 100 frs., marchiati con segni che testimoniassero la costruzione Svizzera, ovvero la croce della bandiera, o la scritta del paese di costruzione, o la mitica balestra, o il numero di brevetto”